Introduzione
La remota e montuosa penisola di Kii, in giapponese Kii Hantō (紀伊半島), è una delle più grandi penisole che si trovano nell'isola di Honshū e prende il nome dall’antica provincia di Kii. Comprende le prefetture di Wakayama, Osaka, Nara e Mie, è considerata uno dei luoghi più sacri e spirituali del Giappone, con molti siti shintoisti e buddhisti.
Le principali attrazioni si trovano all’interno della prefettura di Wakayama, fra queste il complesso buddhista del Monte Koya (高野山, Kōyasan), uno dei più importanti del paese.
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Come arrivare
Treno
Il Monte Koya può essere raggiunto da Osaka tramite le linee ferroviarie Nankai, presso le stazioni Namba o Shin-Imamiya.
E' necessario prendere la linea "Nankai Koya" che porta alla stazione di Gokurakubashi il viaggio dura circa 80 minuti, costa 1650¥ e vengono effettuate fino a 5 corse al giorno.
Da Gokurakubashi tramite una funivia si arriva fino al monte Koya, il viaggio dura 5 minuti e costa 390¥. Infine dalla stazione della funivia fino al centro della città è obbligatorio prendere un bus (290¥ fino alla fermata Senjuinbashi), è infatti vietato percorrere a piedi quel tratto di strada.
Biglietti
In tutte le principali stazioni Nakai è possibile acquistare il Koyasan-World Heritage Ticket, valido per 2 giorni consecutivi e comprende: viaggio di a/r per il Monte Koya, viaggi illimitati sugli autobus, ingresso ridotto in alcune attrazioni turistiche. (costo 3400¥)
Info biglietti per il Monte Koya
Tutte le informazioni dettagliate e aggiornate riguardo a costi ed orari, sono elencate nell'ottimo sito in calce:
Nankai Koya website
Auto
Se avete intenzione di visitare solamente il Monte Koya il mio consiglio è di utilizzare i mezzi pubblici. Se volete esplorare la zona interna della penisola di Kii, allora vi consiglio di noleggiare un'automobile, io optato per quest'ultima soluzione perchè si risparmia parecchio tempo rispetto agli autobus. Come ho specificato nel diario principale per guidare in Giappone è necessaria la patente internazionale, modello Ginevra 1949, e si guida sulla sinistra.
Al momento del noleggio è necessario fornire il passaporto, patente italiana e patente internazionale. Per informazioni aggiornate a riguardo consiglio di consultare il sito dell’ambasciata.
Ambasciata giapponese, info patente
Io l'ho noleggiata a Kyoto con consegna all'aeroporto di Kansai, tramite la società giapponese ToCOO , costo per 4 giorni con assicurazione aggiuntiva: 33000¥ (circa 60€ al giorno). Le autostrade sono piuttosto care, mentre la benzina costa meno che in italia, circa 1€ al litro.
Noleggio auto con ToCoo
Un monaco nei pressi dell'antico pino di Kōbō-Daishi al Garan
Dove dormire
Il Monte Koya è il luogo ideale per vivere l’esperienza di pernottare in un tempio buddhista (in giapponese shukubo), dove i monaci condividono con i turisti il loro stile di vita semplice ed austero. Queste ultime due parole descrivono perfettamente anche la tipologia di alloggio: semplice, tradizionale e regolato da tempistiche ben precise. La cena, completamente vegetariana, viene servita piuttosto presto, come la sveglia del mattino, intorno alle 6.
Durante il soggiorno è possibile assistere o partecipare ad alcune attività dei monaci, quali la preghiera del mattino, meditazioni e la cerimonia del fuoco.
Io ho prenotato tramite Japanese Guest Houses un soggiorno nel tempio Shojoshin-in. Il complesso è molto bello, le camere spaziose e pulite, il prezzo non è proprio economico: 25000¥ per 2 persone, in mezza pensione.
Sito ufficiale dell'associazione "Shukubu" del Monte Koya
Link utili
PDF accesso al Monte Koya
PDF mappa del Monte Koya
Cosa vedere sul Monte Koya
How-To Osaka website
Diario
Da Kyoto al Monte Koya
Sono le 8 del mattino e siamo pronti per intraprendere il viaggio alla scoperta della penisola di Kii! Ci incamminiamo verso l'ufficio della filiale Nippon rent-a-car nei pressi della stazione, per ritirare l'automobile prenotata prima di partire.
Consegno alla ragazza il modulo della prenotazione, fa un veloce controllo e mi dice: "Il noleggio parte da domani!" Panico! Primo e unico errore di organizzazione: ho sbagliato il giorno! Chiedo alla ragazza se c'è disponibilità di un mezzo già da subito e mentre lei prova a fare un giro di telefonate, io inizio a pensare ad un piano B. Dopo pochi minuti si gira e mi sorride, pollice alzato, OK! Siamo salvi!!
Sbrighiamo le pratiche di noleggio e attendiamo la navetta che ci accompagna al deposito poco distante dall'ufficio. Mentre saliamo sul mezzo la ragazza esce a salutarci con tanto di inchino, in perfetto stile giapponese.
L'addetto ci spiega per filo e per segno le regole sulla guida in Giappone, con tanto di brochure esplicativa in inglese. Sembra alquanto preoccupato, probabilmente non gli ispiro molta fiducia. Il navigatore è in giapponese e nemmeno lui riesce ad impostare la destinazione, il monte Koya, ma avevo già previsto di utilizzare il mio cellulare. Tutto pronto, partiamo!
Il cambio automatico rende la guida molto più semplice, non esiste il problema di cambiare marcia con la mano sinistra e per i pedali basta usare esclusivamente il piede destro.
Grazie al navigatore riusciamo ad uscire con facilità dal centro e immetterci sull'autostrada, senza quello probabilmente starei ancora girando per Kyoto.
Il primo problema che si presenta è quello di pagare il pedaggio ai caselli, nella prima parte del viaggio ne incontriamo molti ed il costo è piuttosto alto. Non sempre c'è il display che mostra la quota da versare e gli addetti non parlano inglese, quindi opto per la banconota da 1000 e mi tengo le monete per i negozi!!
Dopo circa un'ora di viaggio lasciamo l'autostrada e percorriamo le strade statali, che passano attraverso la campagna e piccoli centri urbani. Mi fermo al Safeway di un paesino per comprare qualcosa da bere e noto le persone che mi osservano un poco stupiti, forse non sono abituati a vedere un occidentale alla guida nella loro zona.
Nei pressi del paese Gojo iniziano le indicazioni in inglese per il monte Koya, quindi scelgo di seguire quelle anziché il navigatore, che voleva farmi percorrere un itinerario un po strano..
La strada si inerpica con numerosi tornanti attraverso il bosco, in alcuni punti è un po stretta, quindi bisogna moderare la velocità e tenere gli occhi aperti. Il paesaggio circostante è tipicamente montano e la temperatura fuori è piuttosto fresca, pian piano stiamo salendo i 1000 metri della cima.
Dopo circa 2h30m di viaggio arriviamo finalmente sul Monte Koya (高野山, Kōya-san), che si presenta un po congestionato dai numerosi autobus che trasportano i turisti.
Uno dei templi al Danjō Garan
Il Danjō Garan
Ci rechiamo subito al tempo Shojoshin-in per parcheggiare l'auto, dove ci accoglie uno dei monaci che ci spiega dove posizionare il mezzo. Scarichiamo i bagagli alla reception, consegnamo i passaporti e paghiamo la camera tramite carta di credito. L'alloggio non è ancora pronto quindi lasciamo la struttura e partiamo alla scoperta del Kōya-san.
Ci incamminiamo a piedi verso la grande area sacra Garan (壇場伽藍, Danjō Garan), un complesso di templi buddhisti e santuari, che è stata dichiarata dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.
Leggenda narra che il fondatore del buddhismo Shingon, Kōbō-Daishi, stesse cercando una sede per la sua nuova religione, quando il suo sankosho (strumento usato nelle cerimonie buddhiste) si incastrò fra i rami di un pino sul Monte Koya. Fu allora che decise di costruire il Garan. Il pino cresce ancora nei pressi del tempio centrale.
Data l'altitudine gli alberi indossano già la loro veste autunnale, il viale che porta al Garan è circondato da aceri multicolore che rendono il luogo ancor più pittoresco.
Gli edifici più importanti sono: Kon-dō (金堂, letteralmente sala d'oro) considerata la sala principale per i rituali e le cerimoni, e Konpon Daitō (根本大塔), un'impressionante pagoda di 45 metri in stile "tahōtō", la prima del suo genere costruita in Giappone.
Visitiamo tranquillamente i vari edifici del complesso e poi ci fermiamo in un bar lungo la strada principale, dove prendiamo un paio di sandwich come pranzo.
Okuno-in e il mausoleo di Kōbō-Daishi
Continuiamo il nostro tour in direzione di Okuno-in (奥の院) la zona più sacro di tutto il Monte Koya, che ospita il mausoleo di Kōbō-Daishi, una delle persone più venerate nella storia religiosa del Giappone.
Superiamo il ponte Ichinohashi e Imbocchiamo il sentiero lastricato che inizia di fianco al tempio Shojoshin-in, ai lati ci sono altissimi alberi di cedro di dimensioni davvero impressionanti e migliaia di pietre tombali.
L'ambiente è molto affascinante e misterioso, l'atmosfera è un po tetra e incute un certo timore soprattutto se si percorre la via con il buio.
Dopo circa 2 km di passeggiata arriviamo nei pressi della statua di Mizumuke Jizo, dove i visitatori fanno delle offerte e gettano dell'acqua sulle statue, per pregare in memoria dei familiari defunti.
Per l'accesso al mausoleo bisogna superare il ponte Gobyonohashi, che separa il tempio principale dal resto dell' Okuno-in. Prima di attraversare il ponte i visitatori dovrebbero inchinarsi di fronte a Kōbō-Daishi, oltre questo punto è vietato fare fotografie o consumare cibi e bevande.
Dormire al tempio Shojoshin-in
Dopo la visita al mausoleo ci incamminiamo lungo il sentiero che si sviluppa sulla sinistra, parallelo a quello percorso all'andata e ci conduce nei pressi del parcheggio principale.
Si sono fatte le quattro del pomeriggio quindi torniamo verso Shojoshin-in seguendo la strada asfaltata. Il monaco "addetto agli ospiti" ci accompagna in camera e ci spiega le regole basilari del pernottamento:
- La cena è servita alle 17.30 e un monaco passerà camera per camera a chiamare gli ospiti, quindi non bisogna uscire in prossimità di tale orario.
- Per la cena è possibile indossare lo yukata (una sorta di pigiama/vestaglia da indossare all'interno del ryokan) ma non è obbligatorio, invece è assolutamente vietato indossarlo a colazione.
- Ci sono toilette e due bagni in stile giapponese divisi per sesso. Nella prima stanza da bagno è necessario spogliarsi e lasciare i vestiti nel cesto, compresi gli asciugamani forniti insieme alla camera. Nella seconda stanza ci sono due rubinetti con doccino e prodotti da bagno con i quali insaponarsi, una volta sciacquati è possibile entrare all'interno della vasca di acqua bollente per rilassarsi. Ovviamente è possibile chiudere a chiave la porta in modo che nessun altro entri quando vi state lavando.
- La sveglia è verso le 6 ed è possibile partecipare alla preghiera del mattino insieme ai monaci, non è obbligatorio ma io lo consiglio perchè è un'esperienza unica e irripetibile. E' necessario arrivare alla sala prima delle 6.30 in abiti normali, la cerimonia dura circa 40 minuti e una volta conclusa è possibile andare a fare colazione.
La nostra camera è davvero bellissima in classico stile giapponese con tatami e futon, c'è un piccolo balcone che si affaccia sul giardino interno del tempio.
Dopo il bagno decido di fare un giro per la struttura a fare qualche fotografia, il "nostro" monaco mi conferma che posso muovermi liberamente, quindi parto alla scoperta del tempio.
Salottino con vista sul giardino interno
Una fontana del giardino
Sentiero verso il bosco
Tutti gli edifici del complesso sono costruiti quasi interamente in legno, in armonia con l'ambiente circostante e sembra quasi che facciano parte della natura stessa. Regna il silenzio e c'è una pace assoluta, mentre mi muovo non incontro mai nessuno, tutti i monaci sono impegnati nelle loro attività quotidiane. Mi fermo sotto il porticato che dà sul giardino interno, il silenzio è interrotto solamente dall'acqua che scende dalle fontane e nel laghetto, l'atmosfera è mistica e colma di pace. Nell'aria c'è un leggero profumo di incenso che viene acceso nelle varie sale e nei corridoi.
Torno in camera ad attendere la chiamata per la cena che non tarda ad arrivare, alle 17.30 precise veniamo accompagnati nella saletta dove è stata allestita la cena. Ogni camera ha la propria sala da pranzo privata e non c'è alcun contatto con gli altri ospiti e con i monaci, che passano solamente a portarci il riso e altre pietanze calde.
C'è una tavola al centro della sala dove sono posizionate le ciotole, un paio di cuscini su cui sedersi e una stufetta che scalda l'ambiente. La cucina è esclusivamente vegetariana come la dieta seguita dai monaci.
Alcuni piatti hanno sapori un po particolari per il palato occidentale, ma io ho mangiato tutto e ho apprezzato molto il cibo offerto. Mia moglie invece no, rispetto a me fa più fatica ad adattarsi alla cucina locale. Certo, non è una delle migliore cene che ho fatto in Giappone e per i soldi pagati uno magari si aspetta ben altro, ma in realtà bisogna capire che si tratta di un tempio e non di un ristorante.
Usciamo a fare una passeggiata lungo la via principale, il centro è deserto e tutti i negozi sono chiusi. Ci addentriamo poi nell'area di Okuno-in che con il buio è alquanto spettrale, alcuni faretti illuminano il percorso da seguire. Stanchi per la lunga giornata torniamo in camera e ci mettiamo a dormire in vista della levataccia di domani.
Partenza per Kumano
Sveglia alle 6, mia moglie dà forfait e rimane a letto, io scendo da solo per assistere alla preghiera. Uno dei monaci mi indica il percorso per raggiungere la sala dove viene effettuata la cerimonia, mi siedo insieme agli altri ospiti su una panca vicino alla parete.
I monaci sono in 4 e inginocchiati leggono ad alta voce le preghiere, ognuno con un tono diverso dall'altro. Il libro dal quale leggono ha una struttura particolare, le pagine sono unite una all'altra nella parte più esterna e possono essere girate comodamente utilizzando un solo dito. Durante la preghiera rimangono perfettamente fermi e anche la voce è sempre fluida grazie a un ottimo controllo del respiro. Solamente il più giovane dei quattro ha qualche problema a rimanere nella stessa posizione, come dargli torto, io dopo 5 minuti devo distendere le gambe.
Passo in camera a chiamare mia moglie e torniamo nella solita saletta per consumare la colazione, che si presenta più frugale rispetto alla cena. In pratica io faccio un'altra cena perchè mi cucco anche quella di mia moglie.
Carichiamo le valigie in macchina e ripartiamo alla scoperta della penisola di Kii, in direzione di Yunomine Onsen, paesino disperso fra le montagne di Kumano.
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