Introduzione
Il Daintree National Park si trova circa 100km a nord di Cairns e rientra nei "Wet Tropics of Queensland", diventati nel 1998 patrimonio dell'UNESCO.
Il parco naturale si estende per 9000 km² e include la foresta pluviale con la più alta concentrazione di famiglie di piante da fiore primitive nel mondo.
E' il luogo che in assoluto ho apprezzato di più nel Queensland, per le sue maestose foreste, i numerosi animali e le spiagge selvagge. Ci sono svariati percorsi di trekking da affrontare in autonomia o accompagnati, che permettono di ammirare la flora e la fauna della zona. Non lasciatevi scappare questo luogo e, se potete, fermatevi per alcuni giorni.
Questa pagina fa parte del mio roadtrip nel Queensland, a questo link potete trovare l'itinerario completo.
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Come arrivare
Non esiste un servizio di trasporti pubblici che copre la regione, c'è solamente una linea di autobus fra Port Douglas a Cape Tribulation ed effettua una sola corsa al giorno.
Il modo migliore per raggiungere Daintree è noleggiare un'automobile, cosi facendo è possibile visitare la zona in completa autonomia, rimanendo a dormire in uno degli alloggi nella foresta.
In alternativa ci sono escursioni giornaliere che partono da Cairns, basta entrare in una delle numerose agenzie in centro città.
Dove dormire
Hotel/B&B
Ci sono numerose tipologie di alloggio a seconda del budget e delle esigenze di ognuno. Con i classici motori di ricerca è possibile individuare alcune delle strutture disponibili e farsi un'idea dei prezzi.
Io ho scelto il Daintree Crocodylus, un bellissimo ecovillaggio nella foresta, molto caratteristico. Ci sono diverse camere, con o senza bagno privato. Il prezzo è stato di circa 50€ a camera/notte.
Campeggio
E' possibile campeggiare all'interno del parco con campervan o tenda, l'importante è ottenere l'apposito permesso e utilizzare le aree dedicate. Nei link in calce trovate tutte le informazioni necessarie.
Camping information, governo del Queensland
Elenco dei campeggi a Daintree
La nostra stanza al Daintree Crocodylus, Cow Bay
Cosa vedere
- Jindalba Boardwalk, bellissimo percorso a piedi in mezzo alla foresta
- Cow Bay Beach, spiaggia molto bella e selvaggia, occhio ai coccodrilli!
- Daintree Discovery Centre, percorso a pagamento nella foresta, un po caro per quello che offre
- Dubuji Boardwalk, breve passeggiata nella foresta fra le mangrovie
- Mount Sorrow ridge trail, passeggiata impegnativa sulla cima del monto Sorrow, qui la mappa
- Cape Tribulation Beach, una delle spiagge piu affascinanti e selvagge del Queensland
- Jungle Surfing Canopy Tours, divertente percorso con teleferica (a pagamento)
- Kayak fra le mangrovie, se avete mezza giornata libera vale la pena!
- Myall beach, altra spiaggia interessante ma meno bella di Cape Tribulation
- Tour in barca, per vedere i coccodrilli
- Port Douglas, spiaggia sulla strada che porta a Cairns
Link utili
Governo del Queensland, pagina su Daintree con tutte le informazioni utili, mappe e comunicazioni sulla sicurezza.Daintree Rainforest Tourism site
Destination Daintree
Elenco dei trekking
Diario
La foresta pluviale di Daintree, Cow Bay e Jindalba Boardwalk
Clicca qui per vedere la mappa in Google Maps
Tempo alla guida: 2h30m
Chilometri percorsi: 150Km
Dove ho dormito: Daintree Crocodylus, Cow Bay
Sydney. La sveglia suona alle 5 del mattino. In pochi minuti siamo pronti e scendiamo alla reception dell'ostello a consegnare le chiavi. Percorriamo velocemente i 500 metri che ci separano dalla stazione, non tanto per la fretta quanto per il freddo pungente. Sono gli ultimi sforzi e fra poche ore saremo a Cairns nel nord del Queensland, al caldo. Il treno che porta all'aeroporto parte ogni 15 minuti e la corsa dura solo 10 minuti, in men che non si dica siamo al checkin pronti per imbarcare i bagagli. TigerAir non dispone di un desk, ma ci sono i totem automatici che stampano la carta d'imbarco e l'adesivo da applicare al bagaglio. Quest'ultimo va posizionato infine sul nastro, senza bisogno di coinvolgere il personale.
Dormo praticamente tutte le tre ore del volo, la levataccia non mi ha lasciato scampo. Atterriamo a Cairns alle 9 ora locale, guadagnando un'ora grazie al fuso orario.
Raggiungere il centro città coi mezzi pubblici richiede un po di tempo. Per prima cosa bisogna prendere il bus "airport connect" fino a Tobruk Pool Bus e poi proseguire con le linee urbane. In alternativa ci sono dei servizi shuttle o i taxi. Noi optiamo per quest'ultima soluzione in quanto la sede Jucy si trova un pochino defilata rispetto al centro. Fuori dall'aeroporto c'è la fila d'attesa per prendere il taxi, i mezzi sono numerosi quindi aspettiamo solo un paio di minuti. Il costo del viaggio è di 22$, non poco, ma risparmiamo parecchio tempo in vista della strada da percorrere in direzione Daintree.
Perdiamo quasi un'ora all'agenzia di autonoleggio, tra pratiche burocratiche e controllo del mezzo: una fiat punto con cambio automatico sequenziale. Dopo un rapido briefing carichiamo i bagagli e via, si parte alla scoperta del Queensland!
Percorriamo la strada principale in direzione nord, alla nostra destra si estende il mar dei coralli, che ospita la grande barriera corallina. Facciamo uno stop fotografico al "Rex Lookout" , un'area di sosta in cima ad una collina da cui si gode una vista panoramica su Cairns. Accendo la macchina e.. non parte. Bip martellante con tanto di messaggio sul display "depress brake pedal and try again". Provo a schiacciare il freno prima di accendere, sposto il cambio, spengo, riaccendo, rispengo. niente. Dopo ripetuti tentativi finalmente si mette in moto, il problema è che non ho capito come ho fatto.
Ellis Beach a nord di Cairns
All'altezza di Port Douglas è necessario svoltare a destra in direzione Daintree, la strada è pianeggiante e fiancheggiata da campi di canna da zucchero a perdita d'occhio. Quanto più ci avviciniamo alla meta, tanto più la vegetazione comincia a diventare verde e lussureggiante.
In circa 1h e 40 minuti di viaggio raggiungiamo la chiatta che permette di attraversare il Daintree river, infestato dai coccodrilli. Nei pressi del fiume ci sono cartelli di pericolo che esortano a mantenersi a distanza dalle acque. Il biglietto si acquista allo sportello nei pressi del molo, senza nemmeno dover scendere dalla vettura. La barca è già pronta quindi posso posizionarmi seguendo le indicazioni del personale di bordo. Il cartello "spegnere il motore" mi fa sorgere un pensiero: se non riesco a far ripartire l'auto blocco tutti! Ma ho un'idea. La macchina si spegne automaticamente ad ogni sosta quando si tiene premuto il freno, per poi riaccendersi quando lo si rilascia. Quindi basta che tengo schiacciato il freno, penso. Fortunatamente il viaggio dura pochi minuti, il polpaccio stava diventando come quello di un maratoneta. La riva opposta del fiume è composta principalmente da mangrovie, alle spalle delle quali si sviluppa una rigogliosa foresta, stiamo entrando nel Daintree National Park. Scesi dalla chiatta mi fermo di fianco alla strada per capire la sequenza di accensione del veicolo. Dopo vari tentativi arrivo alla soluzione dell'enigma: si schiaccia il freno, si mette il cambio su stop, si accende la macchina, si rimette il cambio in mezzo e si molla il freno. Finalmente! Non ci voleva poi molto...
La strada viene letteralmente inghiottita dalla fitta vegetazione, ci sono piante di ogni specie, alcune di dimensioni davvero impressionanti. Guidare in un ambiente così spettacolare è davvero emozionante. Il percorso presenta alcuni ripidi saliscendi, tanto che l'auto ha qualche difficoltà a scalare le marce durante le salite e devo ricorrere al sequenziale. Forse per questo motivo, o forse per un momentaneo flashback a "Bo & Duke" di Hazzard, accelero alla discesa successiva per prendere la rincorsa… sbam! Minuto di silenzio. La super grattata del paraurti mi ricorda che sto guidando una Punto e non il Generale Lee.
Arrivati al Daintree Crocodylus faccio un rapido controllo del veicolo, nessun danno apparente.
La riva opposta del Deintree river, visto dalla chiatta
Il villaggio è costruito nel bel mezzo della foresta: c'è la reception, una zona ristorante/bar ed una serie di bungalow sparsi qua e là nella vegetazione. Non c'è possibilità di check-in fino alle 16, però nei pressi della reception viene lasciato un depliant con scritto il cognome usato per la prenotazione, sul quale è indicata la camera e il percorso per raggiungerla.
Decidiamo comunque di tornare più tardi e di ripartire per un tour alla scoperta della zona. Ci fermiamo subito a Cow Bay beach, distante solo pochi minuti in auto dal nostro alloggio. E' la classica spiaggia tropicale da cartolina: litorale di sabbia fiancheggiato da una fitta vegetazione tropicale, dalla quale sbucano altissime palme da cocco. Su una di questa è stata fissata un'altalena, che non ci facciamo scappare per un po di relax e qualche foto ricordo.
Oltre a noi ci sono solo un paio di persone, i cartelli di pericolo coccodrilli incutono un "leggero" timore. Faccio una passeggiata fino in fondo alla spiaggia, mentre mia moglie impaurita rimane all'inizio. Ci sono alcuni piccoli torrenti che dalla foresta si tuffano in mare. Le mangrovie che fiancheggiano il letto del fiume sono molto fitte e ad ogni piccolo rumore mi allerto, pronto ad una fuga in stile Usain Bolt. L'importante è stare lontani dall'acqua e soprattutto non fare il bagno.
E' ora di pranzo e abbiamo un certo languorino. Chiedo consiglio ad una coppia di ragazzi incontrati nel parcheggio e mi regalano una mappa della zona con segnati tutti i punti di interesse, compresi i ristoranti. Torniamo quindi sulla strada principale (Cape Tribulation road) e ci fermiamo al Cow Bay Hotel con annesso un ristopub. Ordiniamo due hamburger con patatine, birra, e ci sediamo sulle panche all'esterno. Non fa eccessivamente caldo, la temperatura si aggira attorno ai 30°C ma l'umidità è al 100%. Una leggera brezza rende l'atmosfera gradevole e rilassante, soprattutto pensando ai 10°C che ci sono in Italia. Finito l'ottimo pranzo mi rimetto alla guida della Punto, con l'obiettivo di raggiungere il Jindalba Boardwalk, un percorso pedonale in mezzo alla foresta.
Mi fermo al Daintree Discovery Centre dove c'è un circuito a pagamento (35$), con ponti sospesi e altre costruzioni artificiali. Visto il prezzo piuttosto alto decidiamo di non entrare e di proseguire in direzione Jindalba.
Un piccolo fiume a Cow Bay, il regno dei coccodrilli...
Nei pressi del Jindalba Boardwalk ci sono diversi parcheggi, bagni pubblici e tavolini da picnic. Oltre a noi non ci sono altri visitatori. All'imbocco del sentiero noto un cartello informativo con la cartina del percorso, anzi dei percorsi: oltre a quello base ce n'è uno più impegnativo di alcuni chilometri, che sale in cima ad un piccolo monte. Visto l'orario optiamo per quello più semplice. Si sviluppa nella sua interezza su passerelle in legno di recente costruzione e non vi è alcun dislivello da affrontare. Lungo il sentiero si possono ammirare svariate specie di piante, insetti e, se si è fortunati, anche animali. Nel mio caso oltre a mia moglie non ho avvistato altro :) .
La foresta pluviale è un luogo davvero fantastico, ci si sente piccolissimi al cospetto della natura. Rimango affascinato dalle radici di alcune piante che si sviluppano all'esterno del terreno, alte e sottili. Sono radici "portanti" che servono a non far cadere la pianta durante la stagione delle piogge, quando il terreno diventa molto umido. Per terra ci sono svariati frutti caduti dalle piante, fra i quali una sorta di prugne di colore blu. Su uno dei pannelli informativi scopro che sono "cassowary plum", ovvero Cerbera floribunda, uno degli alimenti principali del casuario. Cos'è un casuario? L'ho scoperto mentre stavo organizzando il viaggio in Australia. Si tratta di un grosso uccello simile allo struzzo, dalle piume color nero e con una protuberanza ossea sopra la testa, che probabilmente usa per farsi largo nella vegetazione e per difendersi. Sono soliti attraversare le strade del queensland, non mancano infatti cartelli che invitano a rallentare e controllare che non ci siano animali lungo il percorso. E' una specie in via di estinzione e gli incidenti con le auto sono la principale causa di morte, quindi andate piano!
Dove ero rimasto? Ah si.. la camminata nella foresta. Il giro si completa in circa mezz'ora, consiglio di rimanere qualche minuto seduti su una delle panche lungo il percorso, ad ascoltare i suoni della foresta. Mia moglie è terrorizzata da serpenti e altri animali pericolosi, ma in realtà non c'è alcun pericolo, basta solo controllare dove si mettono mani e piedi, come in qualsiasi altro bosco della terra.
Lungo la strada verso l'alloggio ci fermiamo al "Floravilla Ice Cream Factory", incuriositi dalla scritta "26 gusti", inoltre ho assolutamente bisogno di acquistare una bottiglia d'acqua.
Non si tratta del classico gelato italiano, sembra quello prodotto in casa e lasciato in frigorifero a congelare, da lasciare mezz'ora fuori dal frigo prima che entri in temperatura. Ne prendiamo una sola porzione giusto per assaggiarlo e ci sediamo nel giardino nell'attesa che diventi un pochino morbido. Il sapore predominante è quello della panna, il mango si sente pochissimo. In compenso ci siamo leggermente rinfrescati.
Al Crocodylus ci accoglie la proprietaria che ci spiega le principali regole del villaggio: cena entro le 19, uso della zona comune e soprattutto ci esorta a non tenere cibo in camera, altrimenti entrano animali.
Aiutandoci con una carriola portiamo i bagagli in camera, percorrendo i sentieri attraverso la foresta. Di fronte alla nostra veranda c'è un albero gigantesco, sembra creato dall'intreccio di alberi più piccoli, che si contorcono uno sull'altro fino al cielo, alla ricerca della luce. Rimango seduto all'esterno ad ammirare questo gigante ed ascoltare i versi dei tanti uccelli che popola la foresta. Sembra di ascoltare uno di quei cd rilassanti che si trovano nei negozi etnici.
Mentre mia moglie fa una doccia io mi addentro nella foresta per fare qualche fotografia, seguendo una traccia di sentiero creato dai proprietari del villaggio. Il percorso è poco mantenuto, anzi per nulla, a volte faccio fatica a capire la direzione e devo affidarmi ad alcuni pezzi di corda legati sugli alberi. La luce quasi non penetra attraverso la vegetazione e sembra il crepuscolo, nonostante siano 4.30 del pomeriggio. Camminare da solo in mezzo agli alberi è alquanto emozionante, anche se rumori e versi di animali sconosciuti mi preoccupano non poco. Arrivo ad una radura con tanto di torretta d'avvistamento, sulla quale mi arrampico e rimango qualche minuto ad ammirare il panorama. Qui il sentiero sparisce completamente ed è necessario costeggiare un piccolo lago di acqua salmastra. Onde evitare spiacevoli incontri con un coccodrillo decido di ripercorrere i miei passi.
Il bungalow dove ci sono le stanze è completamente in legno, sollevato dal terreno come una palafitta. La parete che dà sulla veranda è composta per metà da zanzariere, in modo da far circolare l'aria, e sopra ogni letto è fissata un'ulteriore zanzariera a baldacchino.
La cucina del ristorante è piuttosto semplice, ci sono una coppia di ragazzi giovani di origine asiatica che danno una mano alla proprietaria, se non ho capito male stanno facendo un periodo di working holiday. Ordino un piatto unico di riso,verdure e pollo, che accompagno con un paio di Cooper pale ale. I ritmi al villaggio seguono molto quelli della natura in cui è inserito: alle 19.30 la cucina è chiusa ed alle 21.30 sono praticamente tutti a letto. Noi compresi. La cosa non mi dispiace affatto visto che è stata una giornata particolarmente impegnativa.
Durante la notte mi alzo per andare in bagno. Mentre percorro il vialetto che porta alla zona comune uno strano animale mi atterra sulla faccia. Mi sveglio in un istante e con la velocità di un ghepardo spingo via l'animale che vola sulla struttura dei bagni. Si tratta di una cavalletta gigante, che a me era sembrata un'aquila. Con tutte le piante che ci sono, proprio la mia faccia doveva scegliere?!
Cape Tribulation, tour in barca sul fiume Daintree
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Tempo alla guida: 4h
Chilometri percorsi: 190Km
Dove ho dormito: NJOY Travellers Resort, Cairns
Mi sveglio alle 6 e rimango qualche minuto nel letto con gli occhi aperti ad ascoltare la natura. I canti degli uccelli si sono moltiplicati rispetto a ieri sera, quindi decido di alzarmi ed uscire a fare un giro fotografico. La vegetazione è talmente fitta che alzando lo sguardo non si riesce a vedere il cielo. Ci sono però alcune zone libere ed è possibile scorgere le cime degli alberi, sulle quali volano uccelli dai colori più disparati. Rimango a bocca aperta quando compaiono alcuni pipistrelli giganti, con un'apertura alare di oltre un metro. Si tratta delle volpi volanti, molto diffuse in queste zone.
Torno in camera a recuperare mia moglie e insieme andiamo alla spiaggia di Cow Bay a fare qualche fotografia, ieri la luce non era bellissima. Di fianco alla strada vedo un grosso animale nero che si muove… è un casuario! Con due piccoli al seguito. Faccio giusto in tempo a scattare qualche fotografia dal finestrino prima che si dilegui nella foresta.
Torta al cioccolato e pancake sono la nostra colazione al Crocodylus. Salutiamo i proprietari, carichiamo i bagagli in macchina e ripartiamo in direzione Cape Tribulation. E' stato battezzato così dal capitano Cook dopo una disavventura con la sua nave, che si è danneggiata urtando il reef. E' stato costretto ad arenare la barca ed allestire un campo per la riparazione, il luogo corrisponde all'attuale Cooktown.
L'altalena a Cow Bay
Raggiungiamo Cape Tribulation beach in circa 30 minuti, nei pressi del parcheggio ci sono anche i servizi igienici. Un sentiero sulla destra conduce ad una terrazza panoramica con vista sulla baia, dritto si arriva invece alla spiaggia. Quest'ultima è composta da due litorali, separati da alcune mangrovie che arrivano sino al mare, l'ambiente è ancora più selvaggio e affascinante di Cow Bay.
Decido di percorrere tutta la sua lunghezza seguendo una coppia anziana che mi precede, mal che vada i coccodrilli attaccheranno prima loro, no? Spero. Sulla sabbia ci sono una miriade di palline di sabbia create dai granchi, che a volte sembrano opere d'arte astratta. Arrivo alla fine del primo tratto di spiaggia, dove è necessario percorrere una traccia fra la fitta vegetazione sulla sinistra e le mangrovie a destra, dove c'è il mare. Se ci fosse un coccodrillo appostato sicuramente non avrei scampo e questo mi inquieta non poco! E' la prima volta che mi sento impotente di fronte alla natura, non mi è mai capitato di sentirmi una preda. Sano e salvo sbuco sulla costa successiva, dove incontro i due signori che erano di fronte a me, fermi a fare qualche fotografia. Dopo i saluti di rito torno da mia moglie che si era fermata all'imbocco del sentiero per il parcheggio. Ripercorriamo la strada effettuata all'andata, proseguire è impossibile perchè è consentito l'accesso solo ai mezzi 4x4.
Facciamo una sosta al Dubuji Boardwalk per una camminata fra le mangrovie e alla spiaggia Myall beach, anche se non è niente di speciale rispetto alla precedente. E' giunta l'ora di prendere la chiatta per tornare al di là del fiume, l'obiettivo è fare una delle escursioni per avvistare i coccodrilli. Scegliamo il Crocodile Express Daintree River Cruises perchè è il primo a partire (successivamente abbiamo scoperto che il migliore è il Solar Whisper Daintree per la silenziosità della barca) il biglietto costa 28$ e permette di ottenere un pass valido per una settimana, con il quale è possibile effettuare il tour anche dal paese di Daintree.
Il giro sul fiume dura circa 1h, ma con mia grande delusione non vediamo che due piccoli di coccodrillo su una spiaggia e un esemplare più grande in lontananza. Quindi niente foto.
Ritentiamo la fortuna con l'escursione che parte nei pressi del villaggio di Daintree. Quest'ultimo è un piccolo centro abitato composto da poche decine di case, un paio di ristoranti ed un negozio di souvenir. Ci fermiamo al Big Barramundi Garden per rifocillarci, attratti dall'insegna "carne di canguro e cocodrillo". Ordiniamo quindi due hamburger con tali carni, vuoi non provarli?! All'interno del panino ci sono dei veri e propri pezzi di carne, non un trito come per quelli classici, quindi riesco a capirne meglio il sapore. Il canguro ricorda molto la carne di cavallo, mentre il coccodrillo ha carne bianca simile al pollo, ma più grassa.
Giunta l'ora salpiamo per il secondo tour sul fiume Daintree, anche questa volta non vediamo coccodrilli ma in compenso il capitano ci fa una vera e propria lezione sulla foresta pluviale, davvero interessante e piacevole. Lo slang australiano è molto difficile da capire, molti concetti me li perdo, però in generale riesce a capire il senso del discorso. Ci fa notare una pianta mastodontica nei pressi del molo, che nonostante la sua dimensione ha solo 20 anni, a testimonianza della fertilità del terreno e delle condizioni climatiche ideali per la crescita.
Lasciamo a malincuore questa zona davvero spettacolare per tornare a Cairns, dove ci aspetta un'escursione alla barriera corallina.
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